La guerra in Libia é giusta o no? Non ci sono guerre giuste o guerre ingiuste, è ovvio che tutte le guerre siano ingiuste, ma la domanda da porsi non è certo questa. Le guerre da che mondo è mondo si fanno per ragioni economiche, tutto il resto, di solito, è solo una giustificazione a queste ragioni.
La domanda da farsi quindi, è se un intervento militare in Libia contro lo Stato Islamico sia conveniente o no,.
Sì, perchè all’Italia in realtà non è mai importato nulla della democrazia in Libia, visto che per 42 anni ha comunque fatto affari con Gheddafi, un ‘dittatore morbido’ del suo paese. Ad una prima valutazione, questo intervento militare in Libia pare sia essere conveniente, ma potrebbe rivelarsi un enorme disastro, sia a livello di costi economici, sia a livello di costo di vite umane, visto che in Libia ci sono almeno una decina di organizzazioni militari armate fino ai denti, che si combattono tra loro ( alcune legate alla religione islamica, altre no), anche se ora fanno paura le organizzazioni ex-jihadiste che si sono unite allo Stato Islamico.
Per chi non lo sapesse, in Libia c’è uno Stato, ma solo sulla carta, in pratica c’é più che altro anarchia, gruppi di guerriglieri che si combattono tra di loro per l’egemonia, divisi da differenze tribali, dove lo Stati Islamico riesce a primeggiare bene, proprio in virtù della sua predominanza culturale e religiosa. In questa confusione comunque , in questo ultimo periodo le aziende italiane sembra che facciano buoni affari con i libici, affari ovviamente basati su petrolio e gas.
Uno dei principali gasdotti libici è proprietà dell’ENI e in qualche modo bisogna andare a proteggere questa nostra proprietà.
Da quello che si sente sembra che laggiù già ci siano contractors italiani che proteggono questo Nostro gasdotto, ma sono notizie non confermate. I contractors, di solito, vengono pagati o dalle ditte o dai governi ( in modo non ufficiale).
Intervenire o no?
Difficile dirlo, difficile analizzare una situazione in cui, sia per motivi economici che politici ( come dice lo stesso Ministro degli Esteri Gentiloni avere un cancro come lo Stato Islamico a 200 miglia marine è pericolosissimo sia per Noi che per l’intera regione del Nord-Africa) ma che però implica gravi problemi, innanzitutto trovare un alleato forte e credibile del posto, se si va giù.
Non possiamo pensare di andare lì e fare i conquistatori, avremmo già perso in partenza. Le armi del vecchio regime di Gheddafi erano tante e ora sono in mano a queste pericolosi gruppi armati. Da quel poco che si sa i jihadisti ISIS non sarebbero che 800, a cui vanno aggiunti qualche altro centinaio di jihadisti di Tripoli , che si sono alleati a loro.
Bisogna allearsi con qualche gruppo ( magari i guerriglieri laici di Tobruch?) e cercare di aiutarli a prendere il potere, ma poi si tratta di fare politica anche con gli altri gruppi.
Un intervento militare in Libia si potrebbe rivelare un vero e proprio disastro se fatto in modo non ponderato, in Libia c’é un vero vespaio, o meglio, visto che siamo in un deserto, lo potremmo chiamare un grande formicaio, pieno di quelle formiche assassine che appena si accorgono di uno straniero, sono pronte a mangiarselo vivo.
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