Origine degli Etruschi: erano italiani, il DNA svela il mistero

Origine degli Etruschi erano italiani: il DNA svela il misteroCentinaia di libri, secoli di ipotesi e discussioni, ma ora la scienza ha messo un paletto e il DNA rende una prova di quella che era l’ipotesi più plausibile: gli Etruschi erano un popolo autoctono.

Per molti la cosa potrà sembrare anche banale, ma non lo é: le ipotesi sulle origine della civiltà Etrusca  sono state molto numerose, ad iniziare da Erodoto ( 400 a. C.) che già diceva che gli Etruschi erano un popolo che proveniva da oriente (Anatolia)

Ma veniamo a quello che dicono gli scienziati  Guido Barbujani dell’Università di Ferrara e David Caramelli dell’Università di Firenze, in collaborazione con l’Istituto di tecnologie biomediche del Consiglio nazionale delle ricerche (Itb-Cnr) di Milano, in una ricerca pubblicata pochi giorni fa: 

Il DNA degli Etruschi di 2.500 anni fa è identico a quello degli abitanti nei dintorni di Volterra di oggi.

E’ così che si chiude un cerchio nel quale sono state fatte decine di ipotesi, eccone alcune:

  1. Gli etruschi sarebbero stati i discendenti dei troiani (Enea)
  2. Gli etruschi sarebbero stati dei greci che si trasferirono in Italia
  3. Gli etruschi sarebbero stati di origine indiana
  4. Gli etruschi sarebbero stati di origine nordica
Origine degli Etruschi: erano italiani, il DNA svela il misteroultima modifica: 2013-02-09T20:03:00+01:00da arrigosarti
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15 pensieri su “Origine degli Etruschi: erano italiani, il DNA svela il mistero

  1. Ma che ragionamento idiota è? Ovviamente il DNA degli abitanti di oggi è identico a quello degli etruschi di allora, visto che si parla dei loro discendenti. Il problema è chi fossero i loro antenati.
    Forse che se gli etruschi fossero stati di origine anatolica il DNA dei loro figli e nipoti sarebbe stato diverso? Forse che il DNA nordino, greco o indiano si modifica radicalmente col tempo, mentre quello italiano autoctono resta immutato?
    Mi sfugge decisamente qualcosa… O la notizia è stata riportata erroneamente, oppure all’Università di Firenze si son bevuti il cervello.

    • Il punto sottaciuto, ma fondamentale, è che i toscani d’oggi NON sono i discendenti di quelli che vivevano in questo territorio nell’antichità: le migrazioni dall’età barbarica a quella moderna hanno ampiamente sostituito la popolazione preesistente, tracciabile geneticamente ancora oggi solo in area apuana (liguri), a Volterra, in Casentino e nel senese (etruschi). Altrove troviamo discendenti dei longobardi (es. famiglia Della Gherardesca), dei portoghesi ebrei rifugiatisi qui dopo la cacciata dall’Iberia nel XVI secolo, dei napoletani giunti al seguito degli spagnoli nello Stato dei Presidi, ecc…

  2. Non é per niente ovvio che gli etruschi di oggi abbiano lo teso DNA di un tempo, visto che il DNA degli abitanti della toscana è lo stesso DNA degli italiani.
    Poi se vogliamo interpretare le evidenze come ci pare, quello è tutto un altro discorso.
    Per CIVILTA’ ETRUSCA si intende quella civiltà nata nel VII° sec. a. C. dalle mie parti, ci sono decine di evidenze che sia autoctona e questa del DNA non é altro che una CONFERMA BIOLOGICA.

  3. Allora Massy, mi puoi spiegare per cortesia in che modo questa storia del DNA sia una conferma biologica della cosa? Il DNA non è un prodotto dell’ambiente circostante o dell’area geografica, ma dipende – e penso e spero sia assodato – unicamente dai propri antenati.
    Ripeto: da dovunque gli etruschi provenissero, i toscani di oggi sono loro discendenti, essendo nati 2000 anni fa DOPO di loro. Il fatto che condividano il DNA non ci dice nulla sulla provenienza degli etruschi: al massimo ci conferma che hanno abitato in un dato periodo l’area del centro Italia visto che chi abita tuttoggi in quella zona – e ne rappresenta quindi, con più probabilità, la discendenza – ne porta ancora le tracce genetiche. Ma non mi pare ci siano mai stati dubbi sul fatto che gli etruschi ad un certo punto della storia si siano trovati nel centro Italia.
    Per dimostrare col DNA, invece, che la civiltà etrusca si fosse sviluppata direttamente qui, avrei bisogno di verificare che i loro ANTENATI (non i discendenti) avessero lo stesso patrimonio genetico.
    Se non ti trovi d’accordo per favore spiegami dove sbaglio, perchè vorrei sinceramente capirlo (e per ora resto dell’idea che questa notizia sia stata riportata in maniera erronea).

    • Invito a riguardare la storia toscana e riflettere su come la popolazione attuale sia un mescolone dei diversi popoli che nei secoli, per ragioni diverse, si sono isediati; dal punto di vista genetico i toscani risultano la popolazione regionale più eterogenea d’Italia

  4. Guarda ti posto quello che ha dichiarato il professore che ha fatto la ricerca:
    Il Professore Barbujani ha così commentato: “Leggere nel Dna di persone cosi’ antiche e’ difficile. I pochi Dna finora disponibili non permettevano di dimostrare legami genealogici fra gli Etruschi e i nostri contemporanei. Il team di David Caramelli lo scorso anno è riuscito a studiare un numero maggiore di reperti ossei; così ci siamo resi conto che comunità separate da pochi chilometri possono essere geneticamente molto diverse fra loro e abbiamo visto come l’eredità biologica degli Etruschi sia ancora viva, anche se in una minoranza dei toscani. Il confronto con Dna provenienti dall’Asia dimostra che fra l’Anatolia e l’Italia ci sono state sì migrazioni, ma che sono avvenute migliaia di anni fa, nella preistoria, e quindi non hanno rapporto con la comparsa della civiltà etrusca nell’VIII secolo avanti Cristo. Viene così smentita l’idea di un’origine orientale degli Etruschi, ripresa alcuni anni fa, da studi genetici che però si basavano solo su Dna moderni”

  5. La cultura etrusca è documentata in Etruria, Centro Italia, dal 8 al 1 ° secolo aC. Per più di 2000 anni c’è stato disaccordo sulle origini biologiche gli Etruschi ‘, locale o in Anatolia. Affinità genetiche con entrambi toscani e le popolazioni anatoliche sono stati segnalati, ma finora tutti i tentativi non sono riusciti a montare gli Etruschi ‘e popolazioni moderne nella genealogia stessa. Abbiamo estratto e digitato la regione ipervariabile del DNA mitocondriale di 14 individui sepolti in due necropoli etrusche, analizzandoli insieme ad altri campioni etrusche e medievali, e 4.910 individui contemporanei del bacino del Mediterraneo. Confrontando antica (30 Etruschi, 27 individui medievali) e sequenze di DNA (370 moderni toscani), con i risultati di milioni di simulazioni al computer, si dimostra che gli Etruschi può essere considerato ancestrale, con un alto grado di fiducia, per gli attuali abitanti di Casentino e Volterra, ma non alla popolazione generale contemporanea della patria dell’epoca etrusca. Per ulteriori considerando due campioni anatolici (35 e 123 persone) si può stimare che i legami genetici tra la Toscana e la data Anatolia risalgono almeno 5.000 anni fa, suggerendo fortemente che la cultura etrusca sviluppati a livello locale, e non come una conseguenza immediata di immigrazione da le coste del Mediterraneo orientale. ( la pubblicazione ufficiale della ricerca su PLOS ONE)

  6. Ragazzi,io non prendo posizione, non avendo competenza. Ma Plos One è una fior di rivista, e se fossero state fesserie sarebbe stato ben difficile dargliela a bere, cioè far loro accettare l’articolo per la pubblicazione….quindi….

  7. meglio erodoto dei ricercatori di ferrara . é logico che il DNA dei toscani è uguale a quello degli etruschi. é il metodo DNA che è sbagliato . In questo caso il DNA non serve

    • E’ invece del tutto logico e storicamente evidente che il DNA dei toscani sia complessivamente diverso da quello degli etruschi, rintracciabile infatti solo in limitate aree sfuggite ai grandi flussi migratori dell’alto medioevo e dell’età moderna

  8. Secondo me tutto ha un senso se sono state confrontati i dna degli etruschi con i dna dei troiani, greci, nordici e indiani. Se è stato fatto 1 paragone… ed è risultato che tutte questi popoli avessero DNA differenti.. allora si può dire che gli etruschi siano effettivamente autoctoni… e di conseguenza il dna degli abitanti odierni di quelle terre sia come quello dei loro antenati etruschi.. se no sono solo chiacchiere senza senzo :)! Secondo il modesto parere di un non addetto ai lavori :)!

  9. Secondo me tutto ha un senso se sono state confrontati i dna degli etruschi con i dna dei troiani, greci, nordici e indiani. Se è stato fatto 1 paragone… ed è risultato che tutte questi popoli avessero DNA differenti.. allora si può dire che gli etruschi siano effettivamente autoctoni… e di conseguenza il dna degli abitanti odierni di quelle terre sia come quello dei loro antenati etruschi.. se no sono solo chiacchiere senza senzo :)! Secondo il modesto parere di un non addetto ai lavori :)!

  10. Alberto Palmucci

    IL DNA DEGLI ETRUSCHI E LE MIGRAZIONI DALL’ORIENTE

    Quanto segue riprende ed aggiorna allo scopo attuale una parte di quanto da me già esposto nel numero 62/63 di “Aufidus” (Dipartimento di Scienze dell’Antichità dell’ Università di Bari; Dipartimento di Studi del Mondo Antico dell’Università di Roma Tre)

    In data 06/02/2013 la rivista Plos (Università di Wisconsin, USA) ha pubblicato su Internet il saggio compilato in lingua inglese da un’equipe di genetisti coordinata da Guido Barbujani e da David Caramelli. Dalla lettura dei risultati degli esami scientifici pubblicati nel testo non si ricava affatto che negli ultimi secoli del secondo millennio avanti Cristo non ci possano essere state una o più migrazioni di gruppi di persone (Troiani, Misi, Lidi e Pelasgi) che dall’Anatolia vennero nell’Italia centrale tirrenica costituendo così il contributo esterno alla formazione dell’etnos di quella nazione che i Romani chiameranno Etruria. Dalla relazione dell’equipe dei genetisti, l’autoctonia degli Etruschi, così come sbandierata dai media, non è affatto evidente, anzi se ne può ricavare il contrario. Per spiegarlo non sarebbe corretto produrre una serie di enfatiche affermazioni o negazioni come fanno i media; ma, poiché, si tratta di cercare di capire quale possa essere stata l’origine o comunque la formazione della più antica civiltà fiorita sul suolo italico, abbiate la bontà e la pazienza di leggere tutta la digressione che vi presento.
    A cominciare dal 1987 noi abbiamo condotto un prolungato studio sull’Eneide di Virgilio ed i suoi antecedenti mitostorici. In modo particolare, abbiamo esaminato la tradizione della consanguineità degli Etruschi di Corito Tarquinia con i Troiani. I risultati furono via via pubblicati soprattutto dalla Accademia Nazionale Virgiliana di Mantova, dalle Università di Innsbruck, di Genova, di Bari e Roma Tre.
    Nel 1994, i genetisti Luigi Cavalli Sforza e Alberto Piazza, unitamente all’ecologista Paolo Menozzi hanno reso noto che le caratteristiche genetiche di coloro che oggi, in Italia, vivono nella regione dell’antica Etruira sono notevolmente diverse da quelle degli altri Italiani. Con ciò, essi ritenevano possibile che gli Etruschi fossero un popolo immigrato, come proposto dalla tradizione della parentela con i Troiani, e concludevano che dati più attendibili potrebbero venire dall’esame genetico degli abitanti delle presunte originarie regioni.
    Al Congresso Internazionale Anatolisch und Indogermanisch (Anatolico ed indoeuropeo), tenutosi presso l’Università di Pavia nel 1998, noi abbiamo portato un contributo dal titolo Tarconte, un ponte mitostorico fra Tarquinia e Troia, dove presentavamo una lunga serie di documenti testimonianti che gli Etruschi, a torto o a ragione, ma forse a ragione, ritenevano d’essere imparentati con i Troiani. In quella stessa occasione facevamo rilevare che il nome di Tarconte, fondatore eponimo di Tarquinia (etr. Tarchuna), venuto dall’Anatolia, trova riscontro in quello del dio anatolico Tarui o Tarhui o Tarhun o Tarhunt. Dai testi ittiti risulta che questo dio era il protettore di Taruisa o *Tarhuisa (Troia) e che da lui la città aveva preso il nome. I nomi di Troia e di Tarquinia deriverebbero dunque da quello della stessa divinità.
    Sul merito di quell’intervento, Robert Beekes, professore all’Università di Leiden (Olanda), scrisse: “Palmucci sostiene che ci sono prove che la storia di Enea in Italia fu preceduta da una versione dove il viaggio da Troia ebbe per meta l’Etruria. Se ciò è vero, è di grande importanza: quando i Romani dicevano di venire da Troia, quella storia non sarebbe stata romana, bensì etrusca”.
    In un nostro susseguente lavoro su L’origine degli Etruschi nelle fonti Etrusche (“BollStas” 2002), noi abbiamo anche auspicato che prima o poi i genetisti dessero una conferma significativa. E i genetisti l’hanno poi data, sì che in America, Christopher Wilhelm, professore alla Mayfield Senior School della California (U.S.A), poté far presente che il lavoro dei genetisti aveva sostanziato la documentazione archeologica e letteraria presentata da Palmucci (C. Wilhelm, The Aeneid and Italian Prehistory).
    Nel 2004, infatti, una prestigiosa rivista americana di genetica, seguita nel 2006 da un’altrettanto autorevole rivista inglese, ha pubblicato i dati ottenuti dalla equipe del genetista Guido Barbujani durante un’indagine condotta sul confronto tra il DNA mitocondriale degli antichi Etruschi e quello di coloro che oggi abitano in Italia, in Europa, nel Nord dell’Africa e nel Vicino Oriente. Debbo ringraziare Barbujani per avermi fornito i testi inglesi originali delle pubblicazioni, ed avermi così liberato dalle pubblicistiche informazioni che avevo ricevuto dai media.
    Al termine dell’indagine, l’equipe riscontrò che il DNA degli antichi Etruschi ha qualche somiglianza con quello degli attuali abitanti di quelle parti d’Italia corrispondenti alla vecchia Etruria. Entrambi i DNA, poi, l’antico e il moderno, non presentavano significative somiglianze con quello delle altre regioni italiane (Sardegna compresa) ed europee. Somigliavano però da un lato a quello di alcune attuali popolazioni della Germania e della Cornovaglia, e dall’altro a quello delle attuali popolazioni delle coste meridionali del Mediterraneo e del vicino Oriente. I 28 scheletri indagati erano stati prelevati a Tarquinia, Magliano, Castelfranco, Castelluccio, Volterra, Capua ed Adria. Essi provenivano da differenti località, ma non mostrarono fra loro significative diversità genetiche.
    Da questa omogeneità Barbujani dedusse che i vari popoli che avevano composto la Federazione Etrusca, avessero costituito una nazione etnicamente omogenea. Il fatto poi che le loro caratteristiche genetiche non avessero una grande corrispondenza con quelle degli attuali “Etruschi” gli fece pensare che il DNA degli antichi scheletri indagati appartenesse esclusivamente al ceto dominante derivato dal popolo invasore. Questo ceto avrebbe introdotto anche la lingua; e dopo la conquista romana, esso sarebbe scomparso assieme alla lingua. Noi, tuttavia, in un lavoro (“Aufidus” 2007 “62-63”), pubblicato dall’l’Università di Bari e di Roma Tre, gli facemmo presente che la somiglianza del DNA degli Etruschi con quello degli odierni popoli germanici ed orientali poteva anche esser dovuta ad unità di stirpe con l’una o l’altra gente o con entrambe distintamente, e che unità di stirpe e migrazioni potevano essere anche compatibili l’una con l’altra.
    Nell’aprile 2007, un’equipe guidata dal prof. Antonio Torroni ha pubblicato nella sopra citata rivista americana i risultati di una nuova ricerca. L’equipe ha studiato il DNA mitocondriale di 322 persone toscane abitanti da almeno tre generazioni a Murlo, Volterra e Valle del Casentino, e non imparentate fra loro. Lo ha poi confrontato con quello di altri quindicimila soggetti di cinquantacinque popolazioni dell’Italia, dell’Europa, dell’Africa settentrionale e del vicino Oriente.
    Ringrazio Torroni per avermi inviato il testo inglese della pubblicazione.
    La sua equipe riscontrò una connessione fino al 17,5% fra il DNA degli attuali Toscani e quello degli attuali abitanti del vicino Oriente (Turchia, Giordania e Siria), delle coste dell’Africa del nord e delle isole Egee di Rodi e di Lemno (quest’ultima è dinanzi a Troia). E’ interessante, in particolare, come dice la stessa equipe, che la popolazione di Lemno ha due importanti particolarità. Da un lato ha somiglianze genetiche con i Toscani e dall’altro “è un’eccezione nel panorama genetico per le particolari caratteristiche che la distinguono sia dalle moderne popolazioni europee che da quelle del Vicino Oriente”.
    Noi osservammo che Lemno è un’isola troppo piccola perché un’eventuale emigrazione in Italia possa aver determinato le caratteristiche genetiche degli Etruschi. Le somiglianze genetiche rendevano invece possibile l’ipotesi di un’emigrazione dall’Etruria a Lemno ed alle altre isole egee senza escludere una migrazione di ritorno. Ciò mi portò a riconsiderare le affermazioni di certi storici greci secondo cui gli Etruschi colonizzarono Lemno ed altre isole Egee fra cui Samotracia. Da qui, poi, secondo la tradizione virgiliana, gli Etruschi di Corito Tarquinia si portarono sulle coste nord occidentali dell’Anatolia, ed addirittura, fondarono Troia. Quest’ultima notizia desta meraviglia perché la civiltà troiana è di gran lunga più antica di quella etrusca. Troia, tuttavia, fu distrutta più volte e più volte ricostruita, prima e dopo gli eventi omerici, e fino all’XI sec. a.C., sì che una gente venuta dall’Italia centrale tirrenica potrebbe aver partecipato ad una delle sue ricostruzioni.
    Nel nostro citato lavoro del 2007, noi facemmo presente sia a Barbujani che a Torroni che non può esser affatto pacifico che ci sia stata un’unica migrazione in un unico tempo. La migrazione potrebbe essere stata scaglionata in vari periodi, o potrebbe essere avvenuta per gruppi di persone come è avvenuto per quelle accadute dall’Europa all’America; non solo, ma ognuna potrebbe aver avuto code. E come le migrazioni per l’America partirono dai diversi Stati dell’Europa occidentale, così potrebbe essere avvenuto per quelle venute in Etruria dal vicino Oriente. Ciò anche perché le tradizioni parlano di varie genti emigrate in Etruria, come Troiani, Misi, Lidi, Lemni e Pelasgi. Così, la federazione Etrusca potrebbe esser stata composta da vari gruppi di città anche diverse per origine, ma con caratteristiche genetiche poco diversificate.
    Più circoscritta appariva invece la somiglianza dei caratteri genetici dei Toscani con quella degli abitanti delle isole Egee di Rodi e d Lemno (quest’ultima dinanzi a Troia) perché, come abbiamo già detto, l’equipe di Torroni aveva riscontrato che la popolazione di Lemno è “un’eccezione nel panorama genetico per le particolari caratteristiche che la distinguono sia dalle moderne popolazioni europee che da quelle del Vicino Oriente”.
    Ricordiamo che Lemno è un’isola che si trova a ca. 25 miglia dinanzi a Troia, e che proprio a Lemno sono state trovate alcune iscrizioni in una lingua simile a quella etrusca.
    Per render produttive in campo storico queste evidenze noi proponemmo di inserirle nello studio dei recenti reperti archeologici, delle caratteristiche della lingua, delle antiche fonti storiche e letterarie che rapportavano fra loro gli Etruschi coi popoli orientali sia in linea ascendente che discendente. Noi abbiamo fatto questo studio. Esso è di prossima stampa, e lo pubblicheremo anche su Internet. E’ abbastanza lungo, e non staremo qui a sunteggiarlo per non diventare eccessivamente pedanti. Diciamo solo che per es. a Lesbo ed a Troia si trovano alcune tazze con manici a corna di lumaca d’imitazione italica, mentre nell’ Italia centrale trrenica (ma solo nella valle del Mignone “futura lucumonia di Tarquinia e vicinanze”) si trovano ceramiche micenee e manufatti provenienti dal Vicino Oriente. Al momento sono comunque ancora parzialmente validi i vecchi siti “origini etruschi” ed “etruschi-dna”.
    Il nostro lavoro del 2007 fu molto conosciuto anche perché ripubblicato e aggiornato più volte in Internet. Nel merito, Valeria Forte, docente all’Università di Dallas (Texas, U.S.A.), in una suo lavoro dove riferiva di includere “le opinioni degli etruscologi più rinomati del nostro tempo, come Pallottino, Palmucci, Munzi ed altri”, scrisse: “Alberto Palmucci, un eminente Etruscologo che vive in Italia” ha aperto oggi “un dialogo con studiosi europei ed americani sia in lavori accademici che in blog elettronici … In sostanza, Palmucci introduce un elemento molto avvincente nel dibattito sulle origini Etrusche quando sostiene che noi non dovremmo presumere che un DNA genetico, comune tra Etruschi e popolazioni del Vicino Oriente, provi che l’origine degli Etruschi sia in Asia Minore. Palmucci specifica che gli Etruschi si son potuti muovere dall’Italia verso le terre orientali, e questa migrazione ha potuto prendere la forma di un modello circolare di partenza da e ritorno alle coste italiane. Per convalidare questa ipotesi Palmucci fornisce toponimi, analisi linguistiche, e dati archeologici”. Dopo aver poi ricordato che Palmucci si rifà a “Virgilio, per cui gli Etruschi partirono da Còrito, più tardi chiamata Tarquinia, emigrarono ad Est e poi tornarono sulle spiagge etrusche”, la Forte conclude “Palmucci è uno dei più attivi classicisti … ed uno che a molti livelli partecipa al dibattito sugli Etruschi. I suoi commenti ed opinioni sono supportati dalla sua impressionante conoscenza della civiltà etrusca: egli li esprime nel blog di Internet dove dibatte con gli esperti di tutto il mondo”.
    Veniamo ora alla relazione pubblicata in data 06/02/2013 dall’equipe coordinata da Barbujani e da Caramelli.
    L’equipe ha raccolto 30 esemplari di ossa appartenenti ognuno a differenti individui provenienti soprattutto dal’Etruria centro settentrionale, e ne ha esaminato il DNAmt. Ha poi esaminato quello di 370 moderni toscani (da Casentino, Volterra, Murlo e Firenze), ed ha trovato che l’antico DNA etrusco ha somiglianze con quello degli attuali abitanti di Casentino e Volterra, ma non con quello di Murlo e Firenze. Ha così concluso che in genere il resto della odierna popolazione toscana non ha più attinenza con l’antIco DNA etrusco. A noi però sembra che per sostenere una simile tesi l’equipe non avrebbe dovuto limitarsi ad esaminare il DNA dei soli odierni abitanti di Casentino, Volterra, Murlo e Firenze, ma avrebbe dovuto estenderlo almeno a quelli delle regioni di Tarquinia, di Vulci e di Cerveteri. E qui entriamo nel cuore della questione perché proprio Tarquinia, Vulci e Cere, sono i più grandi ed antichi centri dell’Etruria antica. Ed è dalle loro regioni che le tradizioni greche e romane facevano partire sia le mitiche migrazioni verso oriente (soprattutto Virgilio e Strabone) sia quelle altrettanto mitiche verso l’Etruria (soprattutto Licofrone, Varrone e Virgilio). E’ Tarquinia (Corneto-Còrito) peraltro l’epicentro della mitica diaspora italica verso le isole Egee e la Troade (Virgilio, Eneide, passim), ed il centro del mitico ritorno dei Troiani in Italia (Licofrone, Alessandra 1240 ss.; Virgilio, Eneide, passim).
    Noi abbiamo già visto che, in passato, sia Barbujani che Torroni avevano notato una certa somiglianza fra il DNA degli attuali Turchi e quello degli attuali Toscani, e con ciò avevano ipotizzato che alle origini della nazione etrusca vi fosse stata una migrazione dall’oriente in Italia.
    Non so se Barbujabi abbia letto il mio articolo. Oggi, comunque, egli è fra gli autori della relazione pubblicata su PLOS in data 06/02/2013.
    A pag. 5, i relatori scrivono testualmente:

    “Going back to the issue of the Etruscans’ origin , if the genetic resemblance between Turks and Tuscans reflects a common origin just before the onset of the Etruscan culture, as hypothesized by Herodotus and as considered in some recent studies, we would expect that the two populations separated about 3,000 years ago. To discriminate between the potentially similar effect of remote common origin and recent gene flow, we ran four independent analyses based on the IM method. In the model we tested, the two populations originate from a common ancestor, and may or not may exchange migrants after the split. Assuming an average generation time of 25 years and no migration after the split from common ancestor, the most likely separation time between Tuscany and Western Anatolia falls around 7,600 years ago, with a 95% credible interval between 5,000 and 10,000”.

    Più avanti, a pag. 6, poi, si dice:

    “The likely separation of the Tuscan and Anatolian gene pools must be placed long before the onset of the Etruscan culture, at least in Neolitic times”.

    Ancora più avanti, a pag. 7, si ripete:

    “Contacts between people from the Eastern Mediterranean shores and Central Italy date back to a remote stage of prehistory, possibly to the spread of farmers from the Near East during the Neolitic period … At any rate, these contacts occurred much earlier than, and hence appear unrelated with, the onset of the Etruscan culture”.

    Riportato in parole italiane, i membri dell’equipe dicono che se la somiglianza genetica fra Turchi e Toscani riflette un’origine comune risalente a qualche tempo prima dell’inizio della civiltà Etrusca, noi ci dovremmo aspettare che le due popolazioni si separassero circa 3.000 anni fa. Invece, essi sostengono, dai campioni di DNA esaminati, emerge che le due popolazioni originano sì da un comune antenato, e possono o non possono essersi cambiati emigranti dopo la divisione, però, presumendo che nessuna migrazione sia avvenuta dopo la divisione dai comuni antenati, e che il tempo medio di una generazione è di 25 anni, l’epoca più probabile di separazione fra Toscani e gli Anatolici occidentali risale a 7.600 anni fa circa, con un 95% di intervallo credibile tra 5.000 e 10000. Ciò, secondo l’equipe, sarebbe accaduto durante il Neolitico, forse al tempo in cui alcuni studiosi presumono che siano avvenuti contatti fra il Mediterraneo orientale e l’Italia centrale. Ed in ogni caso questi contatti sarebbero avvennuti prima del nascere della civiltà etrusca.
    Niente da obiettare che gli odierni Turchi (in quanto in parte discendenti degli antichi anatolici) e gli odierni Toscani possano risalire ad un comune antichissimo antenato di 7.600 anni fa. Scientificamente però questo non implica che dopo quella data non siano avvenuti ulteriori spostamenti di gente dall’una e dall’altra parte. Anzi proprio l’antica parentela può averli favoriti.
    Se infine è ammissibile che in epoca neolitica avvenne una migrazione dalle coste orientali del Medterraneo in Europa e in Italia, ciò dovrebbe implicare che oggi in buona parte d’Europa si dovrebbe riscontrare un valore di somiglianza genetica coi Turchi più o meno pari a quello che oggi si riscontra fra Toscani e Turchi. Ma non è così. Il valore del Dna dei Toscani è nettamente superiore a quello degli altri Europei. Dunque, senza negare l’originaria migrazione dall’Anatolia all’Europa ai tempi del Neolitico, bisognerebbe però anche ammettere che la maggiore somiglianza che il Dna toscano ha oggi con quello dei Turchi dovrebbe esser dovuta ad una o a più immigrazioni successive, proprio come lasciano ipotizzare le antiche tradizioni greche e latine. E’ ovvio che questi contatti fra genti del Mediterraneo orientale e la popolazione di civiltà Appennnica che a quel tempo abitava le sulle coste tirreniche dell’Italia centrale dovettero avvenire prima del nascere della nazione etrusca come tale. Infatti, il territorio che poi in epoca apparterrà alla lucumonia di Tarquinia presenta contatti col mondo miceneo ed in genere col Mediterraneo orientale che risalgono fino al XIV secolo a.C.
    A questo proposito sarebbe stato molto interessante analizzare il DNA sia di coloro che vivevano nell’Italia centrale tirrenica durante gli ultimi secoli del secondo millennio a. C. sia di coloro che vi abitavano e nei primi secoli del primo millennio a.C. e poi compararlo con quello delle popolazioni che a quel tempo vivevano in Anatolia (Troade, Misia, Arzawa, ecc.) e nelle isole Egeee (Lemno, Imbro, Samotracia, Lesbo, ecc.). Barbuiani e i membri dell’equipe da lui coordinata sostengono che

    “As for the Etruscans’ origins, ancient DNA is of little use, because pre-Etruscan dwellers of Central Italy, of the Villanovian culture, cremated their dead,and hence their genetic features are unknown (Per quel che riguarda le origini degli Etruschi, il DNA antico è di piccolo uso, perché gli abitanti pre-Etruschi dell’Italia Centrale, di cultura di Villanoviana, cremavano il loro morto , e per ciò le loro caratteristiche genetiche sono ignote)”.

    Ma non tutti gli Etruschi dell’Italia centrale, (di cultura impropriamente chiamata Villanoviana) cremavano i loro morti. Nelle loro necropoli la maggior parte delle sepolture è a cremazione, ma ce ne sono anche ad inumazione. E poiché, almeno in antico, esser cremato o inumato non era una qualsiasi opzione, ma implicava una diversa concezione religiosa del mondo e dell’al di là, la diversità compresente nelle sepolture dell’epoca potrebbe essere indicativa della diversità di due culture che si incontravano.

    Alberto Palmucci

  11. Ti ringrazio Alberto Palmucci del tuo commento così esaustivo e di aver pubblicato i Tuoi studi a riguardo. Sono molto interessanti. Mi permetto solo di aggiungere che Noi consideriamo gli abitanti preistorici un pò dei troloditi che se ne vanno in giro con una clava, mentre anche se non avevano una scrittura, hanno dimostrato, e stanno dimostrando grazie a recenti studi che erano dei gran viaggiatori. Con una frase ad effetto possiamo dire che la globalizzazione non l’abbiamo inventata Noi, ma i Nostri più antichi antenati, vogliamo parlare ad esempio della cultura dei dolmen? La cultura della Pietra che ha riempito l’europa del nord e del mediterraneo di grandi strutture in pietra tutte molto simili?

  12. Come ha tentato di spiegare l’utente sopra è IRRILEVANTE scoprire se OGGI in Toscana ci siano discendenti degli etruschi..(io non ho dubbi e mi basta guardare in faccia il giornalista Socci per ravvisare in lui statue e bassorilievi rinvenuti in mezzo Lazio e Toscana)..Piero Angela tantissimi anni fa fece una ricerca “de noantri”, senza DNA o niente, andando con camera a mano nei Paesini dell’entroterra Toscano mostrando foto che ritraevano “L’Apollo di Veio” ed altri famosi personaggi Etruschi chiedendo se gli autoctoni li avessero visti…e le immancabili risposte dei contadini e dei pastori locali furono cose del tipo: “si, ora lo trovate al bar daldeitali a giocare a biliardo…”, oppure “si, l’ho visto ieri alla bocciofila o in chiesa”….Ecco, tanto per….

    Il punto è SCOPRIRE chi fossero gli ANTENATI di questi etruschi…Erano indigeni? Provenivano dall’asia minore?
    E soprattutto QUANDO avvennero i contatti…

    Io ritengo che gli Etruschi NON possano essere autoctoni in nessun modo…Ogni prova storica lasciataci dai Romani ci dimostra il contrario…Lo stesso odio dei Romani nei loro confronti ne è la dimostrazione, per non parlare della lingua che parlavano così diversa dalle altre lingue italiche…Quindi due coincidenze non fanno una prova, ma mezza prova si…

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