La scissione del Movimento 5 Stelle da Grillo

La scissione del Movimento 5 Stelle da Grillo E’ ormai iniziata la scissione e non potrà finire se non con un passo indietro di quello che è stato l’organizzatore di M5S.

Ormai Grillo sembra voler dettare troppo la legge e molti eletti del M5S sembrano aver raggiunto la misura.

Il Movimento 5 Stelle, uno dei più interessanti e vincenti progetti politici italiani, nato contro gli sprechi della Pubblica Amministrazione, nato contro la corruzione politica, nato per la creazione di un’Italia più sostenibile sia economicamente, ecologicamente ed eticamente sta franando sotto i colpi intransigenti del suo personaggio più importante.

Riportiamo di seguito l’intervista completa pubblicata stamattina da La Stampa, della deputata Pinna, che ha detto quello che tanti pensano dentro al Movimento: sì al rispetto delle regole ma sì anche alla libertà di opinione:

Onorevole Paola Pinna, è favorevole all’espulsione della sua collega senatrice Adele Gambaro dal Movimento 5 Stelle?  

  • «No. Le persone hanno il diritto costituzionale di manifestare il proprio pensiero. La Gambaro ha detto delle cose discutibili, sulle quali ci si poteva confrontare. Ma non si può eliminare il dibattito per cancellare il problema. E il problema c’è». 

I post di Grillo sono violenti?  

  • «Non mi piacciono le evocazioni di immagini di morte, decomposizione, vuoto: incutono un senso di frustrazione e sconfitta. Stimolano più l’aggressività che la partecipazione. Siamo sicuri che sia questa la strada del cambiamento?». 

La sconfitta alle amministrative è colpa del Capo?  

  • «I contenuti e i toni usati sul blog forse non esprimono il lavoro che stiamo portando avanti in Parlamento. Non siamo più in campagna elettorale. E poi contano anche le dinamiche del gruppo». 

Com’è il clima tra di voi?  

  • «Di sospetto. Di controllo dell’attività degli altri. Avverto forte il rischio di una “dittatura della maggioranza”». 

La dittatura della maggioranza non è uno dei vostri cardini?  

  • «La maggioranza deve essere uno strumento di semplificazione e velocizzazione delle decisioni. Spesso invece si trasforma in arma di repressione. Il tentativo dovrebbe essere sempre quello comporre gli interessi, di arrivare a una mediazione». 

Che cosa sta succedendo al Movimento?  

  • «Sicuramente non quello che molti degli attivisti, delle persone che si sono candidate e degli elettori, pensavano».  

Immaginava un cammino comune col Pd?  

  • «Immaginavo un confronto con altre forze per portare nel Palazzo il nostro modo di vedere la politica, lo stimolo alla partecipazione, la consapevolezza dei cittadini informati. Dovevamo essere un virus buono, costruttivo». 

Invece?  

  • «Le cose sono cambiate subito. Quando è stato modificato il codice di comportamento che avevamo firmato tutti. Il giorno in cui Grillo è venuto a Roma. Parlo della storia squalificante della diaria, certo. Rischia di essere il via libera di un sistema di imposizioni dall’alto». 
Davvero era – è – una questione di principio e non di soldi?  
  • «Davvero. L’hanno fatta passare per una questione di denaro, ma era solo l’inizio di un meccanismo diretto a piegarci utilizzando un tema che colpiva la sensibilità di molti. Ma se pieghi la testa una volta la pieghi tutte le volte successive». 
Se la Gambaro venisse espulsa se ne andrebbe anche lei?  
  • «Se la scelta fosse tra Grillo e la Gambaro per me sarebbe una scelta tra schiavitù e libertà. Io scelgo la libertà». 
La Gambaro è la libertà?  
  • «La libertà è la libertà di parola e di espressione del proprio pensiero, una libertà che deve essere tutelata in ogni modo».  
Non c’è la Rete per questo?  
  • «La Rete è un mezzo utilissimo per fare circolare le informazioni e spesso anche per affermare la propria personalità. Ma può diventare anche una macchina violenta, che intimorisce le persone. Molti parlamentari sono preoccupati dalle reazioni del web. L’aggressività diffusa è molto forte. Tra l’altro vediamo la Rete consultata quasi esclusivamente per emettere sentenze, come per le espulsioni. Il ruolo di tribunale del popolo non mi sembra particolarmente dignitoso. Stiamo rischiando molto».  
Sembra lei a sentirsi tradita. 
  • «Per me sono stati altri a violare i principi del Movimento, coloro che vogliono imporre il pensiero unico, non la Gambaro». 
Che cosa succede se lunedì il gruppo si spacca in maniera netta?  
  • «Non so se la spaccatura avrebbe risvolti in termini di costituzione di un nuovo gruppo. Ma sarebbe un atto di libertà e di coraggio se venissero fuori le molte anime che sono presenti». 
Lei entrerebbe mai a far parte di un nuovo gruppo?  
  • «Se si rendesse necessario sì. Se tra di noi non riusciamo a discutere in modo costruttivo, è giusto costituire un’altra casa». 
I numeri li avreste?  
  • «Non ci siamo contati, magari lunedì sarà un’occasione per farlo». 
Il suo capogruppo, Nuti, parla di compravendita di parlamentari.  
  • «Spieghi che cosa vuole dire. A me proprio non risulta». 

Cosa ne pensi di una scissione nel Movimento 5 Stelle? E’ giusto che il Movimento si debba emancipare da Grillo?

  • Intervista di: Andrea Malaguti, per La Stampa.
La scissione del Movimento 5 Stelle da Grilloultima modifica: 2013-06-15T16:21:00+02:00da arrigosarti
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4 pensieri su “La scissione del Movimento 5 Stelle da Grillo

  1. Era un destino già scritto. Elementi diversi per formazione, cultura, origini e d educazione una volta messi insieme sono implosi.

  2. I senatori e le senatrici: Lorenzo Battista, Alessandra Bencini, Rosetta Blundo, Elisa Bulgarelli, Francesco Campanella, Monica Casaletto, Cristina De Pietro, Paola De Pin, Serenella Fucksia, Mario Giarrusso, Barbara Lezzi, Michela Montevecchi, Ivana Simeoni smentiscono personalmente che siano dei “parlamentari decisi ad andar via…”. È evidente che la campagna mediatica in atto è tesa a minare le fondamenta del MoVimento… basta con sta cacata della scissione!

  3. Speriamo che sia come dici te, l’Italia ha troppo bisogno di un’opposizione seria a questo governo

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